Tricarico (7200 abitanti), collocata su uno sperone
di roccia
arenaria a 700m daltitudine, domina il tratto centrale del Basento e del
Bradano. Limportanza di questo centro è documentata in età Bizantina, quando
diventa sede vescovile, suffraganea di Otranto (anno 968), quindi città già importante e
di buon peso demografico. E credibile quindi, che Tricarico si sia sviluppata, come
roccaforte longobarda nel sistema difensivo del gastaldato di Salerno (849), certamente su
un nucleo urbano preesistente già fortificato e dotato di porte. Infatti la posizione
della chiesa di S. Maria del Lombardo, posta su un sito più basso, è extra moenia del
quartiere Civita: nucleo originario ancor oggi così chiamato, forse punto di raccolta di
popolazioni scampate alla distruzione di una più antica città posta a pochi chilometri
sulla strada per potenza (località Tre Cancelli), dominata genericamente Civita.
La presenza in Tricarico di popolazioni islamiche
(saracene) che, da un primo acquartieramento (quartiere saracena con porta e
torretta), si epandono nel quartiere rabata (anche questo con porta
e
torretta).
Il tessuto urbano è qui caratterizzato da alcune
vie principali di sezione molto ristretta su cui sinnestano numerosi vicoli
secondari ancor più stretti che sintrecciano in diverse direzioni e si concludono
in slarghi cechi. Il tessuto residenziale è minuto, costituito da abitazioni povere
composte di una o due stanze, ma dotate di una loro dignità architettonica definita
dallomogeneità dei materiali. E una forma abitativa di tradizione araba, ma
anche greca, che trova una giustificazione sia nella necessità di chiudersi a difesa
verso lesterno, sia nellesigenza di uno spazio a cortile, funzionale ad
uneconomia agricola; nelle parti più chiaramente greche, localizzate ai bordi dei
quartieri, lo spazio racchiuso è delimitato anche da un arco con portale. I Normanni-Svevi vanno ad
attestarsi sullaltra collinetta detta del Monte con un poderoso torrione e tre porte
ancorano visibili che consentivano laccesso al presidio. Fu in queste contrade che
Roberto Guiscardo, sconfisse i greci (1048): per ringraziare e ingraziarsi la popolazione
residente dopo quella vittoria, oltre alla costruzione del primo nucleo del Palazzo
Ducale, ampliò lattuale
cattedrale, per necessità anche di consolidamento; forse è anche di questepoca
il riempimento dellattuale
piazza grande e lunificazione della fortificazione muraria dei due distinti siti.
In questa nuova zona, limpianto urbano è
caratterizzato da strade parallele a diverse quote collegate in modo perpendicolare da
strade minori per lo più gradonate e a forte pendenza. E in questo periodo feudale
che la città si configura nella divisione degli attuali quartieri, assumendo il tipico
aspetto di centro medioevale, circondato da porte (oltre a quella saracena e della rabata,
porta Monte, porta Fontana, porta le Beccherie). Si rafforza nei minuti schemi edilizi la
presenza delle strutture del potere religioso e feudale, con una forte dominanza simbolica
di questo con il Palazzo Ducale, la Torre Normanna, ma con una predominanza fisica di quello ecclesiastico; vengono
fondati extra moenia i conventi di S.
Antonio di Vienna, dei Cappuccini e del Carmine,
oltre a quelli già esistenti San Francesco e Santa Chiara. E vengono ancora costruite le
chiese di San Maria dellulivo, la Madonna dellUlivo, la Madonna della Badia di
S. Michele Angelo, dello Spirito Santo, di Santa Lucia e numerosissime altre chiese, anche
parrocchiali oggi inglobate nelledilizia residenziale di alcune delle quali si è
persa anche la memoria, ma non la citazione nelle fonti.Il periodo di massima espansione
è racchiuso tra il XVI sec. e il XVII sec. alla fine del cinquecento Tricarico contava
circa 9000 abitanti. Tra il palazzi del 700 - 800 che spiccano sono quelli dei
Putignani, Laureano, Grittoleo, Monaco, Ronchi, Lizzadri, Aragiusto, Ferri. Una
passeggiata nel centro consente di ammirare moltissimi portali in pietra di residenze
private.E ricca la presenza di pozzi tra colonne sormontate da trabeazioni e
mascheroni e mensoloni in pietra.
Ladozione del Piano Regolatore alla fine degli anni 60
ha consentito una buona salvaguardia della image dellincisione e lopera
di ricostruzione, a seguito del terremoto del 1980, con gli strumenti del Piano di Recupero
e dellUfficio del Piano, cerca di potenziarla con un restauro più accorto. Di
particolare consistenza il patrimonio artistico che conta i cicli di affreschi (in
S.Chiara e nel convento del Carmine) e le numerose tele (in Cattedrale) di Pietro Antonio
Ferro, pittore locale influenzato dal manierismo romano e in particolare dal Parmigianino
e dal Barocci (fine500 inizio 600). Di non minore importanza sono gli
affreschi (1648, con molte rifiniture a tempera), recentemente restaurati, del chiostro di
S.Antonio dei pittori Sciarra e Ilario da Montalbano, i frammenti delle decorazioni
rinvenute allinterno della chiesa, i resti degli affreschi di S.Francesco, di mano
pugliese e orientale, traslati nella sede Vescovile. Da segnalare, nella Cattedrale, un
trittico su tavola con Madonna in trono con Bambino tra i SS. Francesco e Antonio, del
monogrammista Z. T., documentato in Puglia nella metà del 500, altari con marmi
policromi, tombe funerarie di vescovi con ricchi marmi decorati, cori lignei del
presbiterio e della sacrestia, con un bassorilievo, sempre in legno, di Tricarico; una
Madonna del XII sec. ispirata a motivi bizantini della Madonna del Lombardo e i Dipinti
del XVII sec. e un affresco del XVI sec. nella
Madonna del Santuario di Fonti.
Le presenze archeologiche nel territorio di Tricarico sono,
oltre che a Civita e a Serra del Cedro, a Calle, a SantAgata, S. Felpo e i ruderi
della chiesa della Trinità.