SAVERIO

Fra tutti "i scettabbann" che si sono succeduti a Grassano, dagli anni trenta ad oggi, spicca per bravura e personalità: Saverio. Avanzato negli anni, di statura normale, dagli occhi vispi e dall’andatura un po’ dinoccolata, era dotato di estro poetico e d’orecchio musicale, per cui i suoi bandi formati, nella maggioranza dei casi, da versi rimati, assumevano, per il suo pastoso e ritmato timbro di voce, una tale colorazione e una tale musicalità da deliziare gli ascoltatori. Al contrario dei suoi colleghi predecessori e successori, non amava portare in testa il berretto con la scritta "B.C." (banditore comunale), ma un cappello di forma conica che gli dava l’aspetto più d’un mago che d’un banditore. Giunto nei punti da lui stesso stabiliti (incroci di strade), dopo un lungo suono fatto dalla trombetta, che con tanta cura cacciava fuori dall’ampia tasca della giacca, dava inizio alla pubblicazione dei bandi, i quali venivano scanditi in maniera tale che fossero ben capiti dalla popolazione. Se erano d’interesse pubblico e riguardavano notizie del Comune o adunate fasciste, i bandi, scritti sopra un foglietto, venivano letti, non prima, però, d’aver provveduto ad inforcare gli occhiali che gli cadevano sul naso in avanti fino ai baffi. Prima che gli annunzi pubblici venissero gridati, il vecchietto, se notava la presenza di bambini intenti a giocare nella strada, per non essere disturbato e per non far coprire la sua voce dalle urla e dal chiasso, imponeva con una certa autorità il silenzio, e tutti i ragazzi interrompevano, con timore riverenziale, i loro giochi per ascoltare in maniera attenta e silenziosa ciò che stava per dire.

"U Scettabbann"

Era una presenza abituale del nostro centro. Ci si serviva di lui per reclamizzare alcuni prodotti, quali la carne e il vino, per avvisi di interesse collettivo e per annunzi di oggetti smarriti, di compravendita e di arrivi di negozianti ambulanti.

Bandi

1) Avim fatt ‘u ver vitell surruntin; sciat a la banc d Michel Ciumin: ‘a banc d’abbunnanz.

(E’ stato macellato il vitello sorrentino. Andate alla bottega dell’abbondanza: la macelleria di Michele Bolettieri).

2) Av’arrivat ‘u citanov ca face cambia-merce: deci ov, ‘nu chil e mizz d faf o d ciciri c ‘nu par d cauzitt o c dui facciulitt.

Sciat ‘n mizz a chiazz ca a mezzadii s n vai.

(E’ arrivato il compratore di uova. Baratta un chilo di fave o di ceci con un paio di calze o di fazzoletti. Recatevi in piazza, ove si tratterrà fino a mezzogiorno).

3) Ci avess acchiat ‘na chiav ca stat pers ‘nda strad ‘i murt; purtatamill a me, c’avit ‘u rial.

(Chi ha trovato una chiave smarrita in via San Domenico, è pregato di consegnarla a me. In cambio della restituzione, riceverà un regalo).

 

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