MADDALENA PONTRANDOLFI
Maddalena Pontrandolfi nacque in Grassano il 18 gennaio 1899. La famiglia cui apparteneva si poteva considerare agiata ed era certamente una delle più note in Grassano. Il padre Pasquale era impresario edile, la madre si chiamava Giuditta Rinaldi. Maddalena era la penultima di sette figli, essendo preceduta dai fratelli Innocenzo, Raffaele, che abbracciò la professione di religioso e divenne il buon Padre Raffaele dei Frati Minori, Anselmo, Antonio, che è noto per rare doti artistiche, ed infine la prima sorella Antonia. Ultima è la sorella Teresa, che divenne anch’ella Suora di Francescana Missionaria in India, ha profuso sino a pochi anni fa, per ben trent’anni, in quelle terre lontane, tesori di carità e bontà.
Maddalena, sin dai primi anni dell’infanzia, era nota nel paese per il carattere spiccatamente docile. L’ambiente in cui ella visse i suoi primi anni non era squisitamente religioso, almeno in fatto di religione praticata, ma risentì moltissimo l’influenza di un insolito avvenimento che si verificò nel 1911, quando Maddalena aveva appena dodici anni. Giunse a Grassano una missione di Padri Passionisti che riuscì a suscitare in tutti un fervore religioso prima d’allora mai sentito. Maddalena avvertì i primi sintomi di una grande vocazione. Una seconda rivelazione si palesò il 2 febbraio 1913 in occasione del matrimonio della sorella maggiore Antonietta. Il fratello Raffaele dell’Ordine dei Frati Minori che si era recato in famiglia per pochi giorni, per celebrare egli stesso le nozze, aveva portato con sé un libro "Storia di un’anima". Maddalena fu attratta da quel libro e cominciò a divorarlo con tanto fervore da provarne un godimento ineffabile. La lettura di questo commosse il suo spirito a tal punto da farle formulare il suo primo proposito di farsi suora, ma ricevette un’energica opposizione da parte dei familiari. Tranne la madre tutti gli altri, il padre e i fratelli, non accettavano di buon grado né si rassegnavano a pensare che Maddalena, ancora tanto giovane si allontanasse per sempre da loro.
Questi contrasti incisero sull’animo della fanciulla: ella diventò ad un tratto seria, si abbandonò alla preghiera e non le sembrò d’allora di essere sufficientemente modesta e buona.
Da questo momento ha inizio un’esistenza di rinunzie e di mortificazione della carne e dello spirito. Il digiuno assoluto tre giorni la settimana, la limitazione del sonno a soltanto tre ore, il silenzio rigoroso di un’ora al giorno, una vita chiusa in se stessa con l’intenzione ferrea di non manifestare a chicchessia i propri dispiaceri e preoccupazioni. Ella era persuasa che attraverso le maggiori rinunzie si mantiene acceso l’amore di Dio ed in quelle rinunzie mise tutta la passione. Dalla lettura della Vita di S. Francesco apprese l’amore alla povertà, alla semplicità e alla carità verso i poveri e perciò volle entrare a far parte delle Terziarie Francescane.
Ma non le sembrava abbastanza e quindi cominciò una vita di lavoro intensissimo.
"La mattina era in piedi alle quattro. Dopo circa un’ora di preghiere si metteva a lavorare per due ore e mezza, finché non si recava in Chiesa per assistervi alla Messa e farvi la S. Comunione; e quindi se ne tornava a casa, sbrigava le faccende domestiche, faceva lezione alla sorella più piccola e si metteva di nuovo al lavoro sino a sera inoltrata. Il lavoro di Maddalena era abbastanza faticoso: lavorava alla macchina di maglieria. Non essendovene altre in paese, il lavoro non le mancava davvero. Pare quasi impossibile come potesse arrivare a disimpegnarlo da sola."
Aiutata dai Sacerdoti della Parrocchia si dedica contemporaneamente alle opere di pietà e insegna il catechismo ai bambini, organizza pellegrinaggi di bambine, incoraggia i compaesani alla Comunione, diffonde la pratica della Via Crucis, prepara gli infermi a ricevere il Viatico, commuove con la bontà gli animi che vivono lontano da Dio. Con ardore e passione esplica la missione, affidatagli dal Vescovo di Tricarico, di occuparsi in un Asilo d’Infanzia dell’educazione dei bambini del paese. Sembra impossibile che una bambina di 15 anni appena fosse capace di tanta operosità! Questo sistema di vita convinse finalmente la famiglia che qualunque opposizione era ormai inutile: le idee, i propositi erano ormai troppo radicati nella piccola fanciulla. Il padre prima e un fratello poi finirono col dare il loro assenso.
Maddalena, ormai da tempo, aveva scritto al Carmelo per chiedere l’ammissione, ma la risposta tardava ad arrivare. Però anche questa volta la Grazia divina l’accontentò: il Carmelo rispose e, in virtù di tutte le opere che ella aveva compiuto, era ammessa nel Sacro Luogo. Ed un giorno si distaccò per sempre da Grassano per portarsi a Firenze. In pochi giorni divenne la beniamina della comunità. Il 29 luglio del 1914 fu ufficialmente accettata come postulante. Ma fu proprio allora che incominciò per lei il suo calvario. Appena qualche mese dopo ebbe una grave malattia ad un ginocchio che la costrinse a subire un intervento chirurgico. Questo non potette praticare l’anestesia e l’intervento fu dolorosissimo; ma Maddalena non gridò e non si lamentò.
Il 27 agosto del 1917 vestì finalmente l’abito del Carmelo e si chiamò Suor Maddalena Angelica della Trasverberazione. Il suo sogno dopo tanti anni era stato raggiunto. Le sofferenze e le privazioni avevano però minato la sua salute: una gravissima pleurite la colse proprio nei giorni in cui doveva pronunziare i voti semplici, perciò il noviziato si dovette prolungare ancora di un anno. Ad aggravare il malessere spirituale contribuì ancora la notizia della morte della madre. Il 5 agosto del 1919, Festa della Madonna della Neve, fu stabilita la data della cerimonia dei voti e da quel giorno sembrò che la gioia di poter essere una vera Carmelitana l’avesse fatta completamente ristabilire; il male però continuava a minarla. Deperiva di giorno in giorno da destare delle serie preoccupazioni. "Ella tuttavia continuava la sua missione. Bianca come una morta non si sottraeva ai suoi uffici. Camminava perché voleva, e non si comprende come il suo esile corpo potesse resistere", così dichiarano le suore.
Nel gennaio 1920 fu obbligata a letto. Scrisse al fratello "Mio caro e dolce fratello, mi sento assai tranquilla e contenta che Gesù mi unisca a lui per la via del patire. Non affligerti e preoccuparti per me". E rimase sempre tranquilla e serena. Il 5 aprile ebbe una crisi gravissima, poiché un polmone era ormai perduto. Il 2 luglio 1920 si sentì di nuovo male, ancora una crisi di tosse che la lasciò sfinita. Alle 14,30 chiese il confessore, prese ancora una volta la comunione, poi ebbe un ultimo sussulto, il respiro si fece lento, e per sempre l’anima abbandonò quell’esile corpo. Dal 3 novembre del 1957 le spoglie di Suor Maria Maddalena Angelica delle Carmelitane riposano nella tomba di famiglia, nel piccolo cimitero di Grassano.