Francesco Paolo Materi nacque a Grassano il 22 settembre 1842, secondogenito
del latifondista Luigi Materi e della Baronessa Marianna Blasi. Compì
gli studi in Toscana e viaggiò allestero per istruzione. Fu
vice Sindaco in Napoli alla sezione S. Ferdinando e, nel 1877 segretario
del Congresso delle Opere Pie ivi radunate, quindi Consigliere Provinciale
di Basilicata e Deputato al Parlamento. La sua figura non è riconducibile
allo stereotipo del galantuomo meridionale, in altre parole assenteista e
disinteressato al rinnovamento agricolo, al contrario fu forte il suo impegno
per un rinnovamento dellagricoltura lucana, sia promuovendo un profondo
ammodernamento dei sistemi di produzione e sia sollecitando i grandi proprietari
ad associarsi, al fine di aumentare il peso politico. Anche se fu un proprietario
conservatore nei rapporti contrattuali con i contadini, ebbe il merito di
riconoscere i limiti della gran proprietà lucana nella totale mancanza
dello "spirito borghese" e nellatteggiamento di superiorità
che manteneva nei confronti delle classi sottoposte, come se "spenta la
feudalità, il nuovo patriziato della classe borghese si credette in
buona fede il suo legittimo continuatore" e "fece pesare sulle classi inferiori
il principio dellautorità e talvolta il suo potere". La sua
autocritica coinvolse anche le scelte economiche dellOttocento, soprattutto
quelle derivanti dalla "smania di granificare", che provocarono una notevole
riduzione delle aree boschive e pascolative del Meridione, evento assai nefasto
per leconomia meridionale, ancora basata in gran parte
sullallevamento; ciò lo spinse a diventare un convinto assertore
dellesigenza della "naturale proporzione" tra la superficie adibita
alla coltura granifera e quella destinata al pascolo e quindi
allallevamento. In fine dimostrò di essere un buon conoscitore
delle realtà agricole europee, con i suoi attenti riferimenti alla
legislazione agricola inglese e francese, che indicava come un modello da
seguire ed imitare.
Nel considerare lattività e le opinioni del Materi sono da
sottolineare il ruolo non trascurabile che ebbero, nello sprovincializzare
la sua cultura di proprietario lucano, la Scuola di Portici e il suo periodico
"Lagricoltura Meridionale", di cui fu un attivo collaboratore e dove
ebbe modo di discutere ed approfondire le tematiche relative al rinnovamento
agricolo meridionale.
Dal 1879 simpegnò a mettere in pratica i criteri impartiti dalla
scuola di Portici, e le sue teorie sui miglioramenti agrari nella gestione
della sua azienda di "Piani Soprani e Pantana", posta nel Materano (tra i
territori di Grassano e di Tricarico), dove introdusse alcune innovazioni
tecniche come gli aratri di ferro e le macchine agricole (mietitrebbie e
trebbiatrici). In breve lazienda del Materi divenne un modello per
gli altri proprietari meridionali, tanto da far scrivere nella relazione
del sindaco di Grassano che: "Questo podere è stato oggetto della
più seria attenzione da parte del Ministero dAgricoltura, avendo
riportato il premio donore nel concorso che ebbe luogo nel 1883, ed
essendo stato considerato, come va considerato, un vero fondo moderno".
Costante fu il suo impegno nel promuovere lassociazionismo agrario
e le nuove istituzioni. Fu socio con Giuseppe Gattini del Credito Agrario
Meridionale, il primo ed unico istituto di credito sorto nel Mezzogiorno
sulla base della legge sul credito agrario del 1869. Inoltre fondò,
nel dicembre del 1884, la Banca Popolare Cooperativa di Grassano che con
i suoi 342 azionisti e i numerosi sportelli (a Grassano, Tricarico, Grottole,
Irsina ed altri luoghi vicini) era una delle banche popolari più grandi
del Materano che sopravvisse, anche grazie al suo fondatore, alla crisi bancaria
di fine 800 che portò al fallimento di molte banche lucane e nazionali.
Inoltre si fece promotore dellAssociazione dei Proprietari e degli
Agricoltori, fondata a Napoli nel 1886, dove ebbe un ruolo rilevante come
segretario generale. Mentre, nel 1889, contribuì a costituire a Potenza
la Lega Agraria Lucana, quale organismo di tutela e difesa degli interessi
dei proprietari terrieri, di cui fu anche presidente.
Fu eletto anche in Parlamento per ben sette legislature, dal 1886 al 1904.
In sede parlamentare si fece portavoce, innanzi tutto, delle difficoltà
che gravavano sulla proprietà fondiaria e rilevò la grave
situazione della Basilicata, soprattutto la prostrazione dei proprietari
a seguito della crisi dellagricoltura, chiedendo un forte intervento
dello stato dove, come in Basilicata, mancavano gli uomini che osassero e
dove, affermava il Materi, "tutto è da rifare, tutto è da suscitare
e stante il carattere e la povertà nostra, la statolatria è
necessità fatale".
Nel 1910 Francesco Paolo Materi moriva, lasciando a testimonianza del suo
impegno la vasta pubblicistica da lui prodotta.
Tra le sue opere ricordiamo:
Da "IL PODERE PIANI SOPRANI E PANTANA" in Basilicata
Di Francesco Paolo Materi
Capitolo VI. Direzione dellazienda.
" Tutti gli elementi di produzione sarebbero rimasti infruttiferi in gran
parte, se unintelligenza direttiva non gli avesse saputi coordinare
insieme e non avesse dato loro quellimpulso che può renderli
attivi veramente. Non potendo per mie speciali condizioni di famiglia dimorare
la maggior parte dellanno in Grassano, quantunque mi sentissi dotato
di grande costanza di animo e di una decisa vocazione alle cose campestri,
pensai dal bel principio dellimpianto della mia azienda di affidarne
la direzione ad un agronomo fatto venire da fuor. Ma, dopo quattordici mesi,
dacché quel direttore fu messo alla testa delle cose mie, vuoi per
inesperienza delle vere condizioni locali, vuoi perché forse
lestensione della mia azienda era per lui superiore alle sue forze
oltrepassava la misura di qualche mediocre poderuccio al quale egli forse
aveva abituato ala sua mente, dovetti convincermi che non era quegli luomo
adatto a quella direzione, quantunque avesse come individuo doti pregevolissime
di animo per onestà e buona volontà. Disimpegnatici reciprocamente
da ogni ulteriore negozio, assunsi io direttamente la direzione tecnica
amministrativa dellazienda, facendomi coadiuvare per tutto ciò
che riguarda lesecuzione pratica delle singole faccende da un fattore
del luogo, giovane per quanto intelligente altrettanto dotato di grande
attività e coscienza del proemio dovere. Per verità avrei avuto
vivissimo desiderio di seguitare a dare quella direzione agronomica a qualche
giovane educato in qualche Istituto Agrario; ma dopo la prima prova stimai
prudente non ritentar la seconda, persuaso anche da consigli altrui come
fosse difficile attualmente avere da quelle scuole persona che sappia sposare
armonicamente la teoria alla pratica agraria, e che possegga ardimento e
risolutezza, senza essere per contrario né arrischiato né
pusillanime, e che messo in campagna non si trovi imbarazzato in mezzo
acontinui problemi che la natura viva, mutabile e dotata di grandi
forze gli presenta continuamente. Altra dote non meno interessante e non
facile a trovarsi combinata ad altre qualità in una stessa persona
è la conoscenza pratica degli uomini, dote essenziale per poter in
ogni occasione scegliere con discernimento le persone più adatte a
cooperare efficacemente al buon andamento dellazienda. A queste
qualità fondamentali aggiungasi quella dello spirito di osservazione
e dellordine per non lasciar sfuggir alcun fatto, alcun particolare
e per classificare, mettere ogni cosa, ogni operazione al suo posto, e sopra
tutto fare le cose a tempo, opportunamente, essendo questo
dellopportunità uno de più sicuri mezzi di riuscita
nellindustria agraria. Per la difficoltà adunque di trovare
nello stato presente delle cose persona che riunisse tutte queste doti, e
per altre mie peculiari ragioni, soprintendo io a tutto e dirigo da me le
cose dellazienda, avvalendomi nei casi un po difficili del consiglio
di qualche persona tecnica, quando la mia conoscenza ed esperienza non mi
paiano sufficienti a risolvere ogni dubbio. Sorretto dalla passione e persuaso
dalla utilità della mia intrapresa, dimoro molti mesi dellanno
in Grassano e più lungamente nelle epoche delle maggiori faccende
campestri, ma in tutti gli intervalli non lunghi tra il mio soggiorno colà
e altrove come tutto il restante tempo dellanno mi faccio coadiuvare
per al parte pratica di campagna dal mio fattore, di cui parlai innanzi,
e per la parte contabile dal segretario di mia famiglia. E qui devo rendere
le dovute lodi al mio fattore per la sua sperimentata condotta, serbata per
oltre a tre anni, non trascurando alcune delle continue cure dellazienda
anche nei giorni e nelle ore in cui gli altri per solito si danno adiporti
o al riposo.
Previdente, desto, operoso, il dovere è per lui abitudine costante
e niuna cosa varrebbe a distrarlo dallufficio suo. Con tali aiuti di
persone e colla costanza né propositi io potei sinora compiere tutto
il primo ordinamento dellazienda, alla quale ho dedicato tutte le mie
cure e le mie forze. Non è questo il momento per dimostrare colla
nuda verità delle cifre la progressione demiglioramenti ottenuti
con costanza di lavoro e con limpiego di capitali. Al lettore basterà
sapere come i prodotti del suolo andarono danno in anno aumentando,
come il bestiame accresciuto per gli aumentati foraggi, migliorò la
produzione lattifera e quindi crebbero i latticini e crebbe ancora la produzione
del concime. Così ora tutto è avviato a una meta di progresso
e di benessere, alla quale spero quanto prima sicuramente arrivare."
" Il podere testè descritto mha fatto meritare dal R.Governo
il premio donore al seguito di un concorso bandito nellanno 1883
per la provincia di Basilicata, ai termini del decreto ministeriale del 13
aprile 1881 e dietro unanime parere
Il lettore vorrà permettermi se qui testualmente trascrivo le ultime
conclusioni della relazione presentata al Ministero; conclusioni , che mentre
mi confortano a seguire il cammino intrapreso, potranno al certo spronare
qualcuno demiei conterranei a tentare altrove una simile opera.
"E notevole il coraggio di questo proprietario che non si lascia sgomentare
da contrattempi, inevitabili in una impresa costosa, e con uomini che ha
dovuto prima educare a nuova vita, ed a nuovi sistemi, per potersene poi
servire utilmente.
In conclusione la Commissione ha dovuto convenire che se loperosità
e liniziativa del signor Materi si propagassero per tutta la Basilicata,
se ne avvantaggerebbe non poco la coltura di quellestesa provincia.
Ma disgraziatamente per la negligenza generale lè a temersi
che dallopera Materi si abbia un Oasis nel deserto; però sarebbe
un gran che, se i suoi vicini almeno lo imitassero: la razza colonica della
Basilicata sarebbe moralizzata, ed i capitali versati rialzerebbero quei
sterpai frequenti, in fonti di ricche produzioni."
Ed or mi gode lanimo di poter annunziare come già quei miei
vicini comincino a dar pruova di accettare parecchi mutamenti colla introduzione
di tutto quello che serve a migliorare la loro industria agraria attuale.
E giova sperare che la riforma operandosi senza scosse a poco per volta
genererà anche da noi quello spirito industriale che una volta prodotto
potrà trasmetterci per discendenza come distintivo di razza
Daltronde le presenti condizioni esteriori della Basilicata migliorarono
notevolmente, quando strade rotabili e ferrovie aprirono sbocchi al commercio
interno del paese. Tocca ora agli abitanti fare il resto, aumentando
lattività del lavoro, e secondando listinto che li guida
ad operare nella via del bene e della soddisfazione dei propri bisogni. Ad
una per volta tutte le difficoltà possono vincersi a mezzo del lavoro
e della perseveranza.
Io ho fede che, in un paese dove è tanta la svegliatezza
dellingegno, e non manca una certa operosità naturale, se tutti
impareremo a fare il proprio dovere, Governo, Province, Comuni, proprietari
e coltivatori dalla terra, tenendo sempre a guida la legge suprema del
tornaconto, riusciremo a cavarci dalle angustie del presente e a provvedere
al nostro avvenire: il segreto del buon successo starà sempre nel
pensare maternamente a ciò che si vuol fare, non perdendo mai
docchio il punto di partenza, quello darrivo e la via che serve
a congiungere questi due punti."