LA MAGIA

MASCIAR

DEMONIO

MALOCCHIO

CREDENZE DELLA FANTASIA POPOLARE

MALOCCHIO ED ESORCISMO

Guardando allo stato di abbandono e d’indigenza in cui hanno vissuto i contadini, facilmente si può capire il ricorso alla magia, protezione e sicurezza insieme. La terra rappresentava l’unica loro fonte di sostentamento e, avversità atmosferiche, potevano mettere a repentaglio il sostentamento della famiglia. Da qui il ricorso agli scongiuri contro il cattivo tempo e, in modo particolare, contro i temporali. La magia, quindi, il malocchio e gli scongiuri erano presi in grande considerazione dal popolo, così come "i masciar ". A lui/lei spettava per lo più il compito di guarire l’ammalato che, forse suggestionato dal suo rito, molte volte guariva; o di preparare, su richiesta, filtri d’amore a base di polvere di ossa umane, oppure erbe da nascondere nel cibo, che causavano morte e malattie alle persone a cui era diretto il maleficio. Pure l’esorcismo era diffuso, ma non riguardava la cacciata del diavolo dal corpo di qualcuno, bensì il malocchio da cui venivano presi i bambini : "affascinatur ". Vi erano donne che, nel nome della Santissima Trinità, scongiuravano lo spirito impuro affinché abbandonasse il corpo del bambino battezzato. Così ferri di cavallo e corna di bue venivano attaccati ai muri, per allontanare il malocchio dalle case; cornetti ed amuleti d’oro venivano messi, invece, ad una catenina legata al braccio sinistro dei bambini o alla catena dell’orologio degli adulti, per allontanarlo dalle persone. I contadini, per non essere colpiti da malattie, perdita d’affetto e di soldi, si proteggevano con immagini religiose, davanti alle quali quotidianamente mettevano fiori freschi e accendevano candele per propiziarsi il Santo.

Se i casi di malocchio erano molto diffusi nell’ambiente grassanese, non rari erano gli episodi di persone nel cui corpo albergavano spiriti dei defunti grassanesi, riconoscibili attraverso la voce, o i casi in cui lo spirito del demonio si impossessava di una persona.

I più anziani ricordano di un uomo che, trovandosi in prossimità della Croce, di notte, all’imbocco della strada che porta al cimitero, fu costretto dal demonio, appena varcato il cancello del camposanto, a buttarsi nell’ossario della cappella mortuaria "u scorpiì " già fatto trovare scoperchiato dal diavolo. L’uomo, resosi conto del gesto insano che stava per compiere, invocò l’aiuto della Madonna e si salvò. Ma fu tanta la paura che, ammalatosi, morì. Racconti popolari parlano di donne che, perché impossessate, girovagavano tra le nuvole. E’ il caso di Filippodda, vista da un contadino che l’accusò di stregoneria, ma la donna lo pregò di non dir nulla e l’uomo, sconvolto, per paura che si ritorcesse contro la sua famiglia, non divulgò l’episodio.

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"I Masciar ".

Erano per lo più persone di una certa età, che conoscevano benissimo il frasario e i detti da usare per guarire dalle malattie, per togliere il malocchio o per preparare intrugli per fidanzati. Possedevano un vecchio libro, in cui vi erano riportati i detti e i versetti magici, che veniva da loro ben custodito e chiuso subito dopo la lettura magica e propiziatoria. Avevano per lo più fama di santoni o fattucchieri.

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Malocchio

Viene usato contro chi si invidia e si odia, e a praticarlo è sempre una persona che ha dimestichezza con il diavolo con cui certamente è "imparentato". La iettatura, invece, non rivela alcuna traccia di influssi demoniaci; è solo un influsso magnetico emanato dal corpo del portatore, lo iettatore, il quale non ne ha colpa, in quanto agisce indipendentemente dalla sua volontà. I suoi effetti possono essere terrificanti: caduta di muri di case abbandonate, di lampadari, perdita al gioco delle carte, improvvisa dimenticanza di persone e cose.

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Il demonio

Secondo la fantasia popolare, il demonio non ha la pianta dei piedi, che risultano pertanto monchi e arrotondati.

Alcuni, ai quali è apparso, confessano d’averlo visto presentarsi in modo orrendo, e specificatamente sotto forma di uomo deforme, contorto, con corna e un viso più lungo che largo.

I suoi occhi più grossi di qualsiasi animale dall’uomo conosciuto, sporgenti, scintillanti e fiammeggianti; il naso è grasso e ricurvo, le orecchie spalancate; la bocca, largamente aperta, mette all’infuori la lingua che viene continuamente mossa e agitata; il mento si presenta smisurato e appuntito; il collo, era alto, ora così corto da sembrare il capo unito alle scapole. Lunghe mani, le cui dita sono fornite di terribili unghie, completano il suo aspetto mostruoso. Per lo più le dimore stabili da lui preferite sono quelle dei dannati, cioè di coloro che imprecano continuamente contro Dio e bestemmiano la Madonna e i Santi, tenendosi lontani dalla Chiesa e dai suoi precetti.

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CREDENZE DELLA FANTASIA POPOLARE

" U cavadd senza cap "

Nel periodo invernale, di venerdì, allo scoccare della mezzanotte, subito dopo i rintocchi delle campane che chiamavano a raccolta i morti, veniva celebrata da un prete locale una messa alla quale prendevano parte i defunti grassanesi che avevano da espiare le colpe, perciò era detta "a mess di murt ". Prima dell’inizio, si svolgeva una processione davanti alla quale, a passi lenti e in mezzo a fiamme roventi, procedeva un’anima con in mano una croce; le altre seguivano. Dopo aver fatto tre giri, le anime venivano inviate dal sacerdote a genuflettersi in mezzo alle fiamme e, in tale posizione, ascoltavano la messa. Al termine, un forte rumore preannunziava il volatilizzarsi delle anime nel loro regno. Coloro che erano svegli avvertivano lo scalpitio di un cavallo privo di testa " U cavadd senza cap ", sotto le cui sembianze si nascondeva l’anima vagante di un suicida, che era costretto ad essere spirito per tutto il periodo che avrebbe normalmente vissuto. Poteva ripercorrere solo quelle vie del paese che non si incrociavano, altrimenti avrebbe assunto sembianze umane e sarebbe stato riconosciuto. La paura di incontrarlo faceva sì che molte strade venissero evitate e dalle mamme veniva usato per incutere timore nei bambini che non riuscivano a prender sonno o commettevano delle marachelle. " U cavadd senza cap " era considerato uno spirito malefico, apportatore di disgrazie e capacissimo di nuocere. Era lo spirito più cattivo e temuto, non risparmiava chi si imbatteva in lui, così che tutti si chiudevano in casa e coloro che erano svegli si limitavano, attraverso le finestre, quando era ormai notte, ad osservare il suo passare. Le croci davanti alle porte servivano ad allontanarlo. A notte inoltrata, faceva ritorno nel mondo degli spiriti, per unirsi ai suoi simili, come sempre a mani vuote.

 

" U LUP MNAL" (Il lupo mannaro)

Molti contadini hanno asserito di averlo visto personalmente. Le leggende raccontano che, nelle notti di luna piena, con la bava alla bocca, col corpo ispido e con delle catene in mano, iniziava a girovagare, incutendo paura e seminando terrore per le strade del paese. Era considerato il portatore di morte e, pertanto, a notte inoltrata, tutti si affrettavano a far ritorno a casa. Con il sorgere del sole, il lupo mannaro riprendeva le sembianze umane e, non ricordando più della sua trasformazione, secondo la tradizione popolare legata all’intervento del diavolo, ritornava a casa.

 

" U Munachicchii e U Marranghin"

La tradizione popolare è ricca di personaggi fantastici come gli spiriti burleschi che non arrecavano alcun danno fisico alle persone. Al contrario, erano gioiosi e scherzosi. "U Munachicchii" aveva le sembianze di un vivace, scherzoso e giocherellone folletto, che si mostrava, sia di giorno che di notte, ai bambini. Era d’aspetto gentile, bello di viso, vestito di bianco, con in testa un berrettino rosso del quale chi ne veniva in possesso diventava ricco.

Si divertiva a fare scherzi: toglieva le coperte dal letto, faceva il solletico ai piedi, sussurrava dolci parole nelle orecchie delle ragazze, altre volte si divertiva a disturbare i dormenti, che erano così costretti a svegliarsi. Ancora, annodava i peli della coda di asini e muli e la criniera dei cavalli, facendosi trovare sotto la loro pancia, per assistere, all’indomani, al padrone intento nello scioglimento dei nodi , e così ridere a crepapelle. " U Marranghin ", invece, aveva un aspetto piuttosto goffo: basso di statura, con pancione e testa grossa. La sua presenza non infastidiva nessuno. Amava giocare e, fra tutti gli scherzi, preferiva nascondere nei luoghi più impensati gli attrezzi agricoli e i recipienti per bere.

 

Per scacciare gli spiriti maligni che si impossessavano della persona, alcune donne del popolo, specialiste in questo, recitavano questi versetti:

1-  Affascin c vii,

acchia a Crist e Marii.

-Dov sciat?

-Sopa a Ciccill.

-Sopa a Ciccill na sciat scenn

ca iè carn abbattizzat.

Uno, dui, tre: a ma sfascinat.

‘N nom du Padr, Figli e Spirit Sant,

Affascinatur, na scì cchiù ‘nnant.

‘N nom du Padr, Figli e Spirit Sant,

Affascinatur, na scì cchiù ‘nnant.

‘N nom du Padr, Figli e Spirit Sant,

Affascinatur, na scì cchiù ‘nnant.

1-  Il fascino, lungo la via,

incontra Cristo e Maria .

–Dove vai?

- Su Ciccillo.

–Su Ciccillo non andare

perché è battezzato.

Uno, due, tre: il malocchio è tolto.

In nome del Padre, del Figlio, dello Spirito Santo

Fascino, non andare più oltre.

In nome del Padre, del Figlio, dello Spirito Santo

Fascino, non andare più oltre.

In nome del Padre, del Figlio, dello Spirito Santo

Fascino, non andare più oltre.

2 C’erano tre frat:

uno punt, uno firit e l’at assanguat.

Scevn c la vii

E truvarin Matra Marii.

-Dov sciat, vui tre frat?

- Sciam acchiann ‘a fronn ‘ncinicat:

Non ponge, non dogn

E manc marcia cogn.

‘N nom du Padr, Figli e Spirit Sant.

2 C’erano tre fratelli:

uno punto, uno ferito e l’altro insanguinato.

Andando per la strada,

incontrarono Madre Maria.

-Dove andate, voi tre fratelli?

–Andiamo in cerca di una foglia appena spuntata:

non punge, non addolora

e, anche, se marcia, non viene a supporazione.

In nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.

3 –Paur, dov va’?

-Sopa a Margarit.

-Sopa a Margarit na sci’;

stai bon, pcchè iè carn battizzat

e inda a la font stai calat.

Cum salvast l’anim d’ndo Giordan,

Accussì salv l’anim d’sta cristian.

‘N nom du Patr, Figli e Spirit Sant.

3 –Paura, dove vai?

–Su Margherita.

-Su Margherita non andare

perché è carne battezzata,

e nella fonte è calata.

Come salvasti le anime immerse nelle acque del Giordano

, così salva l' anima di questa cristiana.

In nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.